martedì 7 maggio 2013

Dopo l'amaro verdetto del campo, si guarda oltre.

Il verdetto del campo è amaro. La delusione è tanta. E si coglie, più che sui volti, nei lunghi silenzi sotto la doccia, prima della tradizionale analisi della partita con un sapiente mix di autocritica e autostima.
Capitan Traversi e i suoi, grazie ad un perfetto assetto tattico e ai quattro polmoni di Tiscia (da settembre tutti a fare boxe!), non concedono nulla per tutta la prima frazione del match ai vicecampioni degli Essedì. Ma a 5 minuti dalla pausa un calo di concentrazione e un paio di cambi non proprio azzeccati, scaraventano i neri nel baratro di uno 0-3 pesantissimo. La reazione degli All Blacks è rabbiosa, e Traversi, protagonista di una serie interminabile di discese palla al piede fino alla porta avversaria, riesce a riaccendere le speranze per la sua squadra, scagliando con un destro imprendibile la palla in fondo alla rete.
Nel secondo tempo l'Essedì cresce e allunga, mentre gli All Blacks pagano l'assenza di Lo Muzio e il lento recupero di Alessandro, che non ha ancora nelle gambe lo scatto e il tiro che potrebbero garantire ai neozelandesi quei gol che tanto servono per risalire la china. Ma soprattutto, pagano la serata no di Lupo che - complice un subentro a partita in corso - non riesce a entrare in partita come dovrebbe e dà segni inequivocabili di nervosismo, che potrebbero far saltare gli equilibri già labili. La squadra mostra maturità e supera la prova nervi dopo uno scambio di opinioni molto intenso fra il capitano e il presidente.
La sconfitta è bruciante, ma la rabbia agonistica sale. E quindi si prospetta un match da dentro o fuori contro il Titograd, per dimostrare a sè stessi e agli altri che gli All Blacks non ci stanno a rimanere nelle zone basse della classifica.
Nota positiva: in vista del prossimo match i maori di Capitanata potranno schierare la squadra migliore, e riproporre Cicilano sulle fasce (suo ruolo naturale), in alternativa a Chieffo e Traversi. Questa novità, apparentemente non da poco, apre un vasto scenario di soluzioni tattiche alternative.
Ma più che la tattica, conterà il cuore.

Il presidente
M.C.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

è inutile dirvi che siamo in una situazione difficile.
Ora, noi o risorgiamo come squadra. . .. . .o cederemo.
Un centimetro alla volta, uno schema dopo l'altro, fino alla disfatta.
Sapete, col tempo, con I'età, tante cose ci vengono tolte.
Ma questo.. fa parte della vita.
Però tu lo impari solo quando le cominci a perdere .
E scopri che la vita è un gioco di centimetri.
E così è il calcio.
Mezzo passo fatto un pò in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate
Mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate l'aggancio o il tiro.
Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto sono intorno a noi.
Ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo.
In questa squadra si combatte per un centimetro.
In questa squadra, massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro.
Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro....
. . .perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri. . .
. . .il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta!
Ma io non posso obbligarvi a lottare!
Dovete Guardare il compagno che avete accanto!
guardarlo negli negli occhi!
Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi!
che ci Vedrete un uomo pronto a sacrificarsi volentieri per questa squadra,consapevole del fatto che quando sarà il momento ... voi farete lo stesso per lui.
Questo è essere una squadra, signori miei.
Perciò o noi risorgiamo adesso, come collettivo. . .
. . .o saremo annientati individualmente.
è il calcio, ragazzi.
È tutto qui.
Allora. . . che cosa volete fare???

g.t. ;-)

Anonimo ha detto...

Io sto con AlPacino ... condiviso al 100% ... però cazzo guardatemi in campo :-) :-)

t.