Chi sale / chi scende

I più e i meno della settimana

Rubrica semiseria e altamente opinabile




9ª Giornata

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Traversi: ha profuso molte parole nel corso del torneo, ma nelle partite che contano il capitano fa parlare solo i fatti. Con mezza formazione in infermeria e l'altra metà sotto osservazione dello staff medico, riunisce il clan come un vero vichingo e lo trascina alle porte del Whalalla. Ringrazia Odino quando segna due reti e impreca gli orchi quando sbaglia quella decisiva; ma il Fato avverso ci mette del suo. A fine partita rincuora i suoi. E giura vendetta ai suoi avversari. Condottiero.


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Lo Muzio: impegno e sacrificio non gli mancano, ma il duello a distanza ravvicinata con il centrale difensivo dei titini gli fa perdere la testa. Nella trappola ordita dallo Svarovski avversario si comporta come un elefante in un negozio di ceramiche. Dedica tempo ed energie a lunghe disquisizioni sull'interpretazione del regolamento e si dimentica di fare quello che meglio sa fare. Giocare a pallone. Orlando furioso.



8ª Giornata

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Tiscia: claudicante come il suo epigono imperatore, affaticato come un ronzino in pensione, il buon Tiscia regala sprazzi di grande calcio e generosità. La sua inesauribile corsa a tutto campo è un ricordo pre-protrusione, ma a volte si ricorda come fare filtro e soprattutto come tirare in porta. Una traversa secca gli nega la gioia del gol nel primo tempo, ma nel secondo tempo prende la squadra per mano e segna due reti che valgono i play off, apponendo il sigillo sul match più importante. Mattatore.


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D'Emilio: poco reattivo, pesante sulle gambe, entra poco in partita e risulta spesso avulso dal gioco. Per il talentuoso Romario degli All Blacks una prestazione da Edmundo dopo le fatiche del carnevale. Il suo fiuto da goleador gli consente di mettere a segno una rete determinante ai fini del risultato finale. Ma oltre quello si registrano qualche sbadiglio, qualche posa per i fotografi a bordo campo, una maglia poco sudata e una pronta voglia di riscatto nel prossimo match contro i Titograd. Sornione.




7ª Giornata

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D'Emilio: un centravanti alla Trezeguet, nel corpo di Baiano. In 60 minuti tocca 5 palloni e ne trasforma 4 in altrettanti gol che consentono ai neri di allungare sulle inseguitrici e trascorrere una settimana senza troppe ansie. Sonnecchioso, ciondolante, a volte estraneo al gioco, il bomber neozelandese si desta al momento giusto, raccogliendo su un piatto d'argento palloni in frac e papillon confezionati su misura per lui e mette la firma su un match che ha visto tutta la squadra abbondantemente sopra la sufficienza. Castigamatti.


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Cicilano: ottima la sua prova di generosità; mette fiato e gambe in ogni azione; si infortuna al braccio e continua a giocare, emulo di Beckenbauer.  Novello alchimista, trasforma due palle ormai perse in altrettanti assist per D'Emilio che deve solo metterla dentro ipnotizzando il portiere. La cronaca della sua partita potrebbe essere quella del migliore in campo, ma le sue rapsodiche esternazioni nei confronti dei compagni di squadra lo relegano nel Limbo, fra color che son sospesi. A un passo dalla luce, sprofonda nel baratro. Dantesco.





6ª Giornata

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Lupo: entrare a partita in corso non è mai agevole. Ma l'ultimo esemplare di lupo del Tavoliere non batte ciglio e con l'aplomb inglese che lo caratterizza, accetta i dettami di mister e dirigenza. Quando è chiamato in causa smette i panni del lupo e indossa quelli del leone. Ruggisce, corre, graffia e si inventa un filtrante d'oro per capitan Traversi, che per difetto di cinismo non trasforma nelle rete della sicurezza.
Il turn over rigido lo rispedisce in panca, ma al suo rientro la sinfonia non cambia: fino a fine gara si ode solo la Cavalcata delle Valchirie. Wagneriano


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De Biase: in una partita in cui la vittoria è del gruppo è difficile trovare chi sta sotto la media. Ma a ben guardare nella cruna dell'ago si intravede un De Biase leggermente sotto tono. Il Ministro della Difesa neozelandese soffre un po' la freschezza atletica dei giovani avversari e paga i due match troppo ravvicinati della scorsa settimana. Prova ripetutamente la bomba dalla distanza, ma senza esito. Sul finale rialza la testa e blocca le incursioni dello sciame avversario. La pausa sarà rigenerante, in vista dei match conclusivi. Sottosegretario (per un giorno).




5ª Giornata

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D'Emilio: al di là dei tre gol - pesanti e di pregevole fattura - colpisce il carattere del biondo frugoletto che ad un mese dal pesante infortunio torna prepotentemente a seminare panico nelle difese avversarie, regalando dispiaceri ai nemici e gioia agli amici. Sebbene siano lontani lo scatto alla Mennea e il fiato alla Bordìn, la sua buona tecnica e la facilità di tiro potranno far salire lo score dei tabellini nelle prossime partite. Le sue rapaci incursioni nell'area piccola lo ritraggono nelle vesti del miglior Emilio Butragueno degli anni d'oro al Real. Avvoltoio.


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Consalvo: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità" proferiva con convinzione lo zio Ben a Peter Parker alias Uomo Ragno. Il nostro Iron Fabio, forse, non sempre rammenta i suoi poteri. Ci ha abituato a grandi parate e tuffi olimpionici, ci ha fatto entusiasmare quando arpionava palloni con i suoi guanti calamitati e intercettava apparentemente senza sforzo i missili Scud sulla linea di porta. Iron Fabio contro il Titograd ha parato, ha deviato, si è tuffato, ha fatto tutto questo. Ma senza quella convinzione che siamo abituati a riconoscergli, vittima di una ordinaria giornata da Peter Parker e non da Uomo Ragno.
Piccoli supereroi crescono.






4ª Giornata

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Tiscia: le istantanee in bianco e nero della partita ci restituiscono un Tiscia in veste di pugilatore fin de siècle. Si batte come un leone, corre a tutto campo e mette in difficoltà la retroguardia avversaria, anche sul finire di gara, quando i giochi sono fatti. Contrasta, dribbla, segna e parla (non è una novità), restando in panca solo il tempo di un ghiacciolo. La serata di grazia del portiere avversario gli nega più volte la gioia di un altro paio di gol che, seppure ininfluenti sull'esito della gara, avrebbero reso omaggio alla sua grande abnegazione. Eroico.


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Lupo: la generosità, in campo e fuori, è un suo punto di forza; ma oltre quella resta ben poco in un match che lo ha visto interprete di una prestazione sotto le righe. Si impegna tanto, ma non gliene va bene una. Gli manca la grinta solita che gli riconosciamo, fa poco filtro sul portatore di palla e più che alla porta mira ai lampioni. Forse è il caso che rinunci agli allenamenti intensi nel prepartita.
Da capobranco a cagnolino. 




3ª Giornata

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De Biase: corre, recupera, tira, si sacrifica e segna l'unico gol per i neri. Mantiene la calma anche quando il più mite dei suoi sembra perdere la testa, in un match in cui proprio la testa è stata il grande assente. De Biase: presente!


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Traversi: anche ai grandi capitani capita una giornata storta. E il peso della disfatta sembra cadere sulle loro spalle. Dopo un inizio disastroso si impegna e tenta di riprendere la squadra per mano creando buone occasioni non sfruttate per scarsa lucidità e gran voglia di gridare. Pappalardo.



2ª Giornata

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Consalvo: parate decisive e barriere perfette sui calci piazzati. Il numero 1 è una sicurezza in campo e un sorriso positivo nello spogliatoio. Peccato per quei gol fortuiti. Saracinesca.


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Chieffo: gambe pesanti, poca lucidità. La trasferta in terra guelfa non giova al laterale dei neri, che ha nella sua fisicità a tratti prorompente uno dei principali punti di forza. Gioca con impegno e sacrificio finche ne ha, e quando esce per bere un tè caldo in panca, la squadra perde il suo equilibrio e saltano gli schemi. Teneramente generoso.



1ª Giornata

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Lo Muzio: 3 gol e molte giocate di qualità. Versatile come l'Ulisse omerico, può sacrificarsi sulla destra, e far salire la squadra sulle ripartenze, ma il meglio di sè lo mostra in attacco, nel duo dinamico e a tutto campo con il noto polemista Tiscia. Gioca pochi minuti, tocca pochi palloni, ma quando lo fa, lascia il segno. Ricamatore.


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Cicilano: oltre la diligenza poco altro. Troppi errori in fase di rifinitura e poca convinzione sotto porta. Da riconoscergli il merito di non aver inveito contro i compagni, nonostante Tiscia ci abbia messo il massimo dell'impegno nel fargli interrompere il voto alla Madonna. Ex combattente.

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